UNA è femminile: Caterina

Le donne in UNA Italian Hospitality sono oltre 500: scopriamo le loro storie di vita personale e professionale.  

UNA è femminile: Caterina

Oltre 30 anni di carriera nel settore dell’ospitalità e innumerevoli avventure da raccontare. Un ricco bagaglio di esperienze e di competenze, ma anche la voglia di mettersi sempre in gioco, senza smettere di imparare mai: queste, in pochissime parole, le qualità che contraddistinguono la nuova protagonista di UNA è femminile.

Caterina Drosi, che oggi si occupa di Quality e Iniziative di Sostenibilità per UNA Italian Hospitality, si racconta nell’ultimo appuntamento della rubrica dedicata alle oltre 500 professioniste che lavorano all’interno della più grande catena alberghiera italiana. Leggi la sua intervista.

Benvenuta Caterina! In UNA Italian Hospitality ti occupi di Quality e Iniziative di Sostenibilità. Quali sono le tue mansioni?
Le mie principali mansioni includono analizzare gli indici qualitativi e l'online brand reputation di compagnia e dei singoli hotel; pianificare con l'alta direzione le attività di controllo qualitativo e di compliance, oltre a redigere le procedure aziendali in collaborazione con le funzioni di sede; inoltre, metto a disposizione la mia esperienza maturata in 35 anni nel settore dell'ospitalità a favore dei direttori degli hotel e degli affiliati per supportarli nell'applicazione degli operation procedures standard. Da qualche anno, infine, mi occupo anche di sostenibilità e dei progetti ad essa collegati. 

Una lunga lista di mansioni! Ci spiegheresti in parole più semplici di cosa si tratta? 
Certamente! Ogni mattina, quando inizia la giornata, mi preparo ad affrontare un lungo viaggio (metaforicamente s’intende!) che attraversa tutta l’Italia e che coinvolge i nostri hotel. Prima di partire per questo lungo viaggio, apro una mappa un po' speciale, composta da numeri e dalle opinioni scritte dagli ospiti che hanno soggiornato nelle nostre strutture. Le analizzo quasi fossi un esploratore, cercando di capire se i viaggiatori hanno apprezzato i nostri hotel, se si considerano soddisfatti del loro soggiorno e assicurandomi che tutto sia andato a buon fine.  In seguito, mi confronto con i direttori delle strutture e insieme pianifichiamo le prossime mosse: come migliorare, cosa cambiare e come rendere il soggiorno dei nostri ospiti ancora più speciale. Ogni tanto, metto per iscritto regole e suggerimenti, così che tutti sappiano come comportarsi in ogni situazione. È un po’ come scrivere la guida di viaggio perfetta per garantire che ogni ospite sia felice durante il suo soggiorno. Infine, condivido le mie esperienze con i direttori e supporto gli staff delle strutture, aiutandoli a capire come rendere ogni soggiorno un'esperienza memorabile per chiunque varchi la soglia dei nostri hotel.

Qual è la parte più bella del tuo lavoro? 
La parte più bella del mio lavoro è senza dubbio la possibilità di crescere continuamente, nonostante i decenni passati a occuparmi di ospitalità. Ogni giorno mi confronto con nuove sfide che mi permettono di evolvere e di rimanere aggiornata in un settore che muta rapidamente, soprattutto su tematiche cruciali come la sostenibilità. Questo continuo confronto con problemi inediti e la necessità di trovare soluzioni innovative mi stimola e mantiene vivo il mio entusiasmo.
Un altro aspetto fondamentale è la possibilità di condividere ciò che ho imparato nel corso degli anni con le nuove generazioni. Vedo questo non come un semplice passaggio di consegne, ma come un dialogo aperto, dove anche i più giovani, con le loro idee fresche e prospettive nuove, mi offrono spunti di riflessione. È un percorso di crescita reciproca, dove la mia esperienza si arricchisce e si adatta ai tempi moderni grazie anche al confronto quotidiano con colleghi altamente competenti.
Infine, un grande privilegio del mio ruolo è poter contribuire al miglioramento costante dell'ospitalità di UNA Italian Hospitality. È gratificante sapere che, attraverso il lavoro di squadra e l’applicazione di procedure sempre più all'avanguardia, possiamo offrire esperienze sempre migliori ai nostri ospiti. Mi piace pensare che stiamo costruendo qualcosa di duraturo e di valore, non solo per chi frequenta oggi i nostri hotel, ma anche per le generazioni future, garantendo un'ospitalità moderna, inclusiva e sostenibile.

E quella più complicata, invece?
Senza dubbio, è trovare il giusto equilibrio tra le competenze tecniche, relazionali e comunicative che servono ogni giorno. Da un lato, c'è la necessità di essere sempre aggiornati, soprattutto in un settore come il nostro che cambia rapidamente, in cui le tecnologie evolvono e le normative si aggiornano. Dobbiamo essere sempre pronti ad affrontare queste novità adattando le nostre strutture e i nostri servizi. Questo aspetto tecnico può essere impegnativo, ma è anche stimolante, perché mi spinge a uscire dalla mia zona di comfort e a restare sempre sul pezzo. 
Dall'altro lato, però, c’è l'aspetto umano che spesso è ancora più delicato. Ogni giorno mi trovo a gestire una varietà di personalità, tutte diverse, con esigenze e prospettive che non sempre si allineano. Saper essere empatica, diplomatica e disponibile in ogni situazione è fondamentale, ma non sempre è facile. Ci sono momenti in cui devi fare passare un messaggio, magari anche scomodo, senza però far sentire nessuno sminuito o non ascoltato. La comunicazione diventa una sorta di arte, dove non è solo importante quello che dici, ma come lo dici e come riesci a coinvolgere gli altri nel processo. Poi c'è il tema della disponibilità.

Ovvero?
In un mondo che corre veloce, trovare il tempo per ascoltare tutti ed essere presente nei momenti chiave non è semplice. Richiede organizzazione, ma soprattutto una grande capacità di gestione del proprio tempo e delle proprie energie. Bisogna dare il giusto spazio a ognuno, e farlo con autenticità, perché le persone si accorgono quando sei realmente lì per loro. Forse la vera sfida, però, è mantenere questa delicatezza relazionale senza mai perdere di vista gli obiettivi aziendali. Ci vuole una sorta di bilanciamento costante: essere empatici e comprensivi, ma anche determinati e focalizzati. In questo senso, penso che la parte più complicata sia proprio il trovare ogni giorno questo equilibrio, tra competenza e umanità, tra innovazione e tradizione, tra crescita personale e supporto ai colleghi. 

Fuori dal lavoro, hai degli hobby o delle passioni in particolare? 
Uno dei miei hobby è la “Sensual Dance Fit”, un programma di ballo e fitness pensato per le donne che vogliono ritrovare la propria sensualità e femminilità. È un'attività che combina movimenti sensuali con esercizi di fitness, pensato per migliorare la forma fisica, la coordinazione e la fiducia in sé stessi.

Se potessi descriverti con tre aggettivi, quali sarebbero? 
Appassionata, organizzata, selettiva.

Se potessi descrivere la tua azienda con tre aggettivi, invece, quali sarebbero?
Elegante, italiana, eclettica. 

Che consiglio daresti a una giovane che si approccia per la prima volta al settore dell’ospitalità?
Le direi che è fantastico che stia pensando di entrare nel settore dell'ospitalità! È un settore dinamico, che offre la possibilità di incontrare persone provenienti da tutto il mondo e può regalare tante soddisfazioni. Se le piace lavorare con le persone ed è pronta a mettersi in gioco, troverà sicuramente il suo posto. Importante è avere la passione, conoscere le lingue, essere flessibile, professionale, paziente, creativa, organizzata, puntuale, non avere mai timore di chiedere e, non da meno, essere sempre positiva. Oggi per fare carriera - indipendentemente dal settore - bisogna essere aperti al cambiamento, abbracciare la diversità e avere la capacità di adattarsi velocemente a contesti culturali e professionali diversi.

Professionalmente parlando, ti sei mai dovuta scontrare con pregiudizi legati al fatto di essere donna?
Qualche volta, specialmente all’inizio della mia carriera.

Un’ultima domanda. Quali misure, secondo te, potrebbero essere adottate dalle aziende per garantire la gender equality o per andare incontro ai bisogni e alle esigenze di professioniste donne?
Le aziende dovrebbero adottare misure concrete che promuovono un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle esigenze di tutti i dipendenti. Un aspetto cruciale è la trasparenza nei piani di carriera, in modo che le donne abbiano accesso alle stesse opportunità di crescita professionale degli uomini. Questo può essere facilitato attraverso programmi di mentoring e supporto mirato che permettano di sviluppare competenze e leadership in maniera equilibrata. Inoltre, le politiche di welfare aziendale rivestono un ruolo chiave: il sostegno alla maternità, al ritorno al lavoro e alla gestione dei carichi familiari può contribuire a creare un ambiente più equo, consentendo alle donne di proseguire la loro carriera senza dover affrontare barriere insormontabili. Questi elementi, insieme a una cultura inclusiva basata su formazione e sensibilizzazione, sono fondamentali per ridurre pregiudizi e stereotipi e garantire un ambiente lavorativo in cui tutti possano esprimere il proprio potenziale.

La carta d’identità di Caterina

Magazine Drosi 

Se non lavorassi nell’area Quality e Iniziative di Sostenibilità, avrei voluto essere: Fino all’ età di 14 anni, il mio sogno era diventare un’attrice di musical.

Piatto preferito: Oltre alla pizza, il risotto ai funghi.

Guilty pleasure: Mi appassiona guardare anche più volte le serie televisive turche (drammatiche e commedie), ma solo ed esclusivamente in lingua originale. Con i sottotitoli ovviamente, ma non doppiate in italiano.

In quale struttura di gruppo andresti in vacanza in incognito? Visito sempre le strutture in incognito, perché fa parte del mio lavoro. In questo caso sceglierei UNA Hotels Capotaormina.

E in quale vorresti provare a lavorare? Ho lavorato per più di 35 anni negli alberghi, ora sono invece nella sede direzionale di UNA Italian Hospitality; mi considero una delle poche persone fortunate che ha sempre svolto e svolge tutt’ora un lavoro che la appassiona. In ogni caso, proverei a lavorare al Principi di Piemonte | UNA Esperienze.  

Motto, citazione o canzone che ti identifica meglio: Chi chiede non sbaglia, sbaglia chi non chiede.